Tiziano Venart
Tiziano nasce a Bari nel 1990. Fin dalla tenera età esprime il suo interesse per il disegno e trova i giusti
stimoli in un ambiente familiare radicato, da generazioni, nel campo dell’arte. “Venart”, quindi, è sia un
prerequisito professionale che una definizione personale poiché riassume il gene artistico trasmessogli, che
passerà dall’identità, alla matita, ai pennelli, fino alla macchinetta.
Su questa scia hanno inizio i suoi studi nel campo, prima all’ Istituto d’arte “Pino Pascali” di Bari e,
successivamente, frequentando il corso di pittura presso l’ “Accademia di belle arti” della medesima città.
Prima di laurearsi, un suo amico apre per lui una finestra che si affaccia al mondo del tatuaggio, regalandogli
la sua prima macchinetta che avrebbe compiuto la missione più audace: canalizzare il suo bagaglio artistico
in un viaggio nuovo, che ha inizio tra le mura di casa, pasticciando la sua prima tela umana, “il papà”.
Dopo aver conseguito la laurea, scoraggiato dalle prospettive del mercato artistico del suo paese, viaggia
per il mondo, lasciando l’arte nel cassetto dei sogni della sua cameretta, accanto alla tattoo machine.
Ancora una volta è un amico a ricondurlo a quel cassetto, invitandolo a dare una seconda possibilità a quella
macchinetta.
Il ritorno in Italia segna l’inizio della carriera di Tiziano Venart nell’universo del tatuaggio: lo scibile artistico
maturato in questi anni si converte in un tatuaggio realistico adornato da elementi geometrici e simbolici,
concepito come spazio dove la ricerca anatomica e concettuale possano fondersi. La dedizione nel
comprendere l’origine dell’arte – l’uomo nella sua natura materica e fisionomica – ha trovato approdo nella
dimensione che lo succede – il metafisico – attraverso un varco per accedere all’invisibile (la simbologia).
Oggi, Tiziano Venart, ha trovato al Macko Tattoo Shop un posto dove i suoi desideri si concretizzano in un ambiente pregno d’arte.
Oggi Tiziano Venart esprime il suo ” Methapshisical microrealism ” nella nostra sede di Bari.
